Sono 424 le imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione al centro dell’indagine del Cresa sulla Congiuntura Economica Abruzzese relativa al primo trimestre 2013. La conferma delle criticità strutturali che caratterizzano ormai da tempo l’andamento del sistema industriale abruzzese dimostra che la fase di recessione è ancora in pieno corso: per il quinto trimestre consecutivo riportano flessioni su base annua, sia pure di intensità generalmente inferiore a quanto rilevato nel corso del 2012, produzione (-2,1%), fatturato (-1,6%), ordini interni (-2,2%) ed occupazione (-2,7%) e, dopo la variazione positiva degli ultimi tre mesi del 2012, tornano a contrarsi anche export (- 0,7%) e ordini esteri (-2,5%). Migliore è nel complesso l’andamento congiunturale: si conferma l’incremento dell’ultimo scorcio dell’anno precedente di produzione (+1,2%), export (+5,7%) e ordini esteri (+6,4%); l’occupazione, dopo un 2012 caratterizzato da decrementi congiunturali, torna sia pur debolmente a crescere (+0,1%); fatturato e ordini interni mostrano variazioni negative (rispettivamente -0,1% e -2,4%).
Gli operatori, avverte il Cresa, prevedono ulteriori peggioramenti nei prossimi sei mesi. Particolare pessimismo serpeggia nei settori metalmeccanico ed elettromeccanico e nelle industrie della provincia di Pescara. Sono i mezzi di trasporto, con generali incrementi congiunturali e tendenziali, ad avere il migliore andamento; fa eccezione l’occupazione, che riporta variazioni negative anche se, su base annua, inferiori alla media delle industrie regionali. L’alimentare conferma il trend positivo dello scorso anno, con ulteriori aumenti, se si eccettua la produzione, rispetto ai livelli raggiunti nello stesso trimestre dell’anno precedente. La chimico-farmaceutica e il legno e mobili fanno osservare gli andamenti più decrescenti; il primo, in particolare, registra le peggiori variazioni su base trimestrale di fatturato ed export e flessioni consistenti di tutti gli indicatori ad esclusione dell’occupazione, che aumenta su ambedue gli orizzonti temporali; il secondo mostra diffuse e consistenti contrazioni congiunturali e tendenziali, soprattutto per quanto riguarda la tenuta del fatturato e dei livelli occupazionali. Stando sempre all’indagine, le grandi imprese (oltre 250 addetti) riportano, nel complesso, le migliori performance. Pur restando critico l’andamento dell’occupazione, fanno registrare variazioni positive tendenziali e congiunturali di produzione, fatturato e ordini interni e buoni incrementi su base trimestrale delle prestazioni sui mercati internazionali. Le imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti), mostrano, al contrario, forti difficoltà soprattutto sul mercato nazionale, e fanno registrare incrementi rispetto al primo trimestre 2012 di export e ordini esteri L’andamento delle medie imprese (50-250 addetti) è caratterizzato da diffuse contrazioni tendenziali e congiunturali di tutti gli indicatori; nonostante ciò sono le medie imprese ad esprimere le aspettative migliori per il prossimo futuro. La provincia di Chieti fa osservare diffusi incrementi sia su base trimestrale che annua, Teramo il peggiore andamento congiunturale, L’Aquila quello tendenziale. L’industria pescarese riporta diffuse contrazioni ma mette al contempo a segno i più consistenti incrementi di export.