Da anni è testimonial della cucina abruzzese a New York attraverso il suo blog e le sue lezioni. Insegna a preparare piatti della tradizione, ad ammassare la pasta e lo fa trasmettendo la sua passione e il suo attaccamento all’Abruzzo e a Salle, paese d’origine della sua famiglia. Ora Michelle Di Benedetto Capobianco è stata scoperta anche dalla Del Verde. Con la sua ricetta “Pappardelle alla zucca, pancetta, mascarpone e salvia” ha vinto il concorso lanciato dal pastificio di Fara S Martino“Dish Your Blog recipe challenge”. Il piatto sarà inserito in una pubblicazione della Del Verde all’interno della rivista “La cucina italiana”.
“Sono onorata e orgogliosa di essere stata selezionata da questa meravigliosa azienda del mio amato Abruzzo”, commenta Michelle sulla sua pagina Facebook.
E’ un successo che scaturisce dal profondo amore che Michelle nutre per la regione d’origine di suo padre (nato a Salle), dove lei torna ogni anno, durante l’estate, insieme al marito e ai figli per ritrovare gli affetti e le tradizioni e andare alla scoperta di tipicità e prelibatezze con cui riempie valigie e borse da riportare a New York. Passione e creatività che l’hanno spinta a creare un blog, “Majella home cooking” (anche su Facebook) dove propone ricette abruzzesi e italiane, cercando di ricreare sapori e profumi.
Oggi mette a frutto questo talento con impegno e completa dedizione, dopo aver rinunciato alla professione di avvocato e aver fatto solo la mamma per diversi anni. A farle trovare la strada giusta è stato proprio il legame con l’Abruzzo.
“Mio padre è emigrato a New York a 19 anni e poi si è sposato con mia madre che è siciliana” racconta in un buon italiano. “Vivevamo nel quartiere di Queens dove c’erano molti altri italiani. Era mia nonna Irma, anche lei originaria di Salle, a tramandare la tradizione abruzzese. Ricordo che a Pasqua preparava la Signorella, una pupa dolce, e l’agnello. L’Abruzzo, però, l’ho conosciuto solo a 8 anni , quando ho fatto il mio primo viaggio. La prima impressione è stata quella di una terra dove c’era tanta tranquillità e sicurezza. Rimasi molto sorpresa quando una vicina di casa mi invitò a giocare in piazza e i miei genitori mi lasciarono andare. A New York non era mai successo. Mi divertii molto anche quando presi parte alla processione dei Palmintieri portando un ramo di albero su cui erano attaccate delle pizzelle”.
Ma tranne questi brevi soggiorni, Michelle non è ancora consapevole di quanto sia forte il suo legame con l’Abruzzo. Molti anni dopo, nel 1999, mentre sta seguendo un corso sulle leggi nell’Unione Europea a Firenze, si innamora del cibo e della gastronomia italiani. “Tornata a New York, ho iniziato a lavorare in uno studio legale, ma ogni momento libero lo dedicavo alla cucina, a preparare ricette e a leggere”. confessa “Era il mio sfogo perché non mi piaceva la mia professione”.
Nel frattempo si sposa e porta anche il marito a visitare le città d’arte italiane. Nell’estate del 2009, invece di fare giri turistici, è costretta a restare per tutto il periodo di vacanze a Salle perché il suo primo figlio ha appena dieci mesi. “E’ stato in quel momento che è scoppiato il love affair con l’Abruzzo che ha colpito anche mio marito” ammette. “Da quel viaggio ho cominciato a intuire quanto fosse importante , da genitore, condividere con i figli le proprie radici. E ho scoperto tanti piatti della cucina abruzzese”.
Solo quando abbandona la carriera di avvocato e decide di fare la mamma a tempo pieno dei suoi tre figli, riesce a dedicare più spazio alla cucina. Ha contatti con altre mamme che vorrebbero un’alimentazione più sana per i loro bambini. Così Michelle inizia a proporre le sue ricette via mail, due volte la settimana, con menù a base di pasta fresca, zuppe e piatti abruzzesi e aneddoti associati ad essi.
Nasce l’idea del blog “Majella home cooking”, il passa parola e le conoscenze fanno il resto. Michelle inizia a tenere lezioni di cucina, insegna a fare la pasta all’uovo, la chitarra, i ravioli alla ricotta, propone catering in occasione di feste e ricorrenze, conosce autori di libri di cucina e la sua notorietà cresce gradualmente. Ma non dimentica mai l’Abruzzo di cui sente “una mancanza disperata”. Appena può torna a Salle per ritrovare gli affetti e la sua terra e per andare alla scoperta di nuovi piatti, ingredienti, luoghi, sapori e persone che arricchiscano le sue conoscenze enogastronomiche consentendole di realizzare qualche sogno nel cassetto.
“Vorrei scrivere un libro in inglese sulla cucina abruzzese e ho intenzione di creare dei tour gastronomici in Abruzzo per farne scoprire la bellezza” dice. “Prima dell’estate ho partecipato a Let’s blog Abruzzo dove ho conosciuto persone che stanno facendo tutto il possibile per promuovere la loro regione perché la amano. Con loro vorrei fare rete. Cercherò di scrivere più spesso sul blog e ho intenzione di organizzare anche un corso a Manhattan, in uno spazio commerciale, tutto a base di cucina e vini abruzzesi”.
Intanto, la sua “dispensa” italo-abruzzese si arricchisce di nuovi ingredienti che ha riportato dall’ultimo viaggio, l’estate scorsa. “Ogni volta arrivo a New York sempre più carica di borse” racconta. “Quest’estate ho scoperto la bontà del farro dopo aver gustato la polenta e il pasticcio in un agriturismo di Roccamorice; la farina di solina,una fantastica crema di olive che fanno a Tocco da Casauria; l’aglio rosso di Sulmona che ho dovuto riportare a mio padre perchè vuole piantarlo nel suo orto; il miele con la frutta secca; i celli ripieni. Ho avuto la ricetta del brodetto vastese e delle cozze ripiene. Insomma, tanti piatti che sto cercando di reinterpretare con i prodotti che trovo a New York, anche se sono perfettamente consapevole che non saranno mai come quelli che trovo in Abruzzo”.
Ogni volta che è costretta a tornare in America, è come se si lasciasse alle spalle un piccolo pezzo della sua anima. Cerca la sua terra anche nelle piccole quotidianità, nei sapori, nei profumi, nei panorami, immaginando le cime della Majella o la costa dei trabocchi. “Tutti dovrebbero conoscere l’Abruzzo per trovare la vera Italia, per scoprire un’altra Italia ” conclude “L’Italia della natura, una terra non sfruttata, dove c’è armonia nell’ambiente, dove c’è una gastronomia sana e pura”.
Quale migliore testimonial?