Oltre alla crisi economica ci si mette pure il tempo. Comincia la stima dei danni da maltempo nell’ambito agricolo nazionale e locale. In Italia il maltempo prolungato e il freddo fuori stagione ha già “bruciato” oltre mezzo miliardo di produzione agricola con la perdita del 40% del raccolto di mais e del 35 per cento di quello di foraggio, ma con punte fino al 50 per cento per il fieno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
C’è poi la situazione critica del “triangolo del riso” con una produzione già stimata in calo di 1/3 e ci sono i problemi sull’ortofrutta, con un “taglio” medio del 10 per cento sui raccolti, nonche’ il pre-allarme sui vigneti dove i terreni allagati accrescono il rischio di attacchi fungini per le viti.
Un dramma, ed è sempre più chiaro che le conseguenze sui campi della primavera più fredda degli ultimi vent’anni richiedono interventi comuni a sostegno dei redditi degli agricoltori -sottolinea la Cia- che pagheranno questo clima impazzito non solo in termini di mancato guadagno sui raccolti, ma anche in termini di maggiori costi sui mangimi animali. Il crollo delle quantità di fieno, che stanno marcendo nei campi sommersi da acqua e fango, farà salire alle stelle i prezzi dei mangimi per gli animali, con effetti diretti su tutta la filiera zootecnica per arrivare alla tavola dei consumatori.
L’altro pericolo insito in questa situazione, infatti, è la scia di speculazioni sui prezzi al supermercato che il calo di produzione agricola rischia di portare con sé -aggiunge la Cia-. La minore offerta può determinare non solo un incremento dell’import alimentare, ma soprattutto rincari al dettaglio anche del 20-30 per cento innanzitutto su frutta e verdura di stagione, a partire da ciliegie e albicocche, ma anche sui prodotti legati all’allevamento, dalla carne al latte.