Dall’oblio ad una vetrina planetaria, l’Expo 2015. Quella della Birra d’Abruzzo, birra prodotta in un terreno sospeso fra quel di Montenero Val Cocchiara e Scontrone, a un passo da Castel di Sangro è una straordinaria storia abruzzese che continua a regalare sorprese. Una storia speciale che siamo stati in assoluto i primi a scoprire e raccontare, portandola fuori dai confini del territorio dov’è nata dopo anni di buio, pescandola per caso quasi ormai due anni fa, mentre eravamo alla ricerca di documentazione sulla birra artigianale (leggi la storia).
Il Comune di Scontrone ha riaperto un cassetto importante della sua memoria, dopo aver riletto su L’Abruzzo è Servito la bella e triste vicenda del birrificio che divenne così popolare e amato negli anni ’20, da fare paura alla Peroni, che l’acquisì e ne segnò le sorti, chiudendo lo stabilimento e tutto il suo tesoro che aveva cominciato a conquistare il mondo fuori dall’Abruzzo. Un mondo dove, dopo un convegno e una mostra celebrativa fatti a Villa Scontrone lo scorso 6 dicembre, sembra, invece, destinato a riappropriarsi della Birra d’Abruzzo.
Fra i padiglioni dell’Expo se ne risentirà l’eco con un progetto del Comune di Scontrone e l’intenzione di “Slowfood”, attraverso la condotta Abruzzo e Molise di dargli spazio e un pezzo di imprevedibile futuro a quasi 80 anni dalla fine.
Punta alla costituzione di una filiera corta il sindaco di Scontrone, Ileana Schipani, che ora immagina un nuovo stabilimento e anche un micro maltificio in cui creare i processi preliminari per lavorare i cereali prodotti sul territorio.